Rugbisti italici, tra calendari e retorica

Di Federica Furino, su Gioia

Gli sport minori andrebbero sostenuti con più convinzione da noi femmine. Per senso di giustizia ovviamente, e soprattutto perché a non farlo si rischia di perdere spettacoli interessanti. Per esempio quello del rugbista italico, estremo baluardo della maschitudine tradizionale, nonché alternativa estetica di tutto rispetto al calciatore nostrano, buono per tutte le stagioni ma un filo inflazionato.
Ecco: siccome, nella vita, quel che ti salva è il pensiero trasversale, conviene tener d’occhio la categoria, anche se l’articolo non è per tutte. Quelle sensibili all’allure intellettuale possono astenersi. Le altre-quelle che ok l’intellettuale, ma che anche il muscolare dice la sua – godono ora di un punto di osservazione speciale: il Sei Nazioni. Cioè la più importante
competizione internazionale di rugby a 15 dell’emisfero nord che quest’anno si gioca a Roma, dal 4 febbraio al 19 marzo (cinque weekend e due di pausa). La trasferta non è indispensabile perché Skv Sport 2 trasmette in diretta le gare in tivù. E, in attesa del torneo, trasmette anche uno spot con cinque nazionali: Fabio Ongaro, Martin Castrogiovanni, Salvatore Perugini, Luke McLean, Alberto Sgarbi che corrono tra le fiamme.
Video particolarmente utile alle neofite per appassionarsi al genere. Il genere, appunto. A volerlo analizzare, non si può prescindere dalla definizione di Henry Blaha, ex giocatore americano. Dice: «Il rugby è uno sport bestiale giocato da gentiluomini; il calcio è uno sport
da gentiluomini giocato da bestie; il football americano è uno sport bestiale giocato da bestie». Tralasciando il football, le apparenze e una certa retorica, l’idea regge. E rivela la prima e fondamentale verità sul maschio rugbista: a dispetto della stazza titanica, del testosterone in eccesso e di una certa brutalità estetica, dentro di lui alberga un’anima gentile ed estremamente inquadrata. Merito, dicono, delle regole apprese sul campo e della
disciplina. «Il nostro è uno sport rude, ma meno violento di quanto si immagini. Il contatto fisico c’è, ma è estremamente regolato», spiega Perugini, 32 anni e 103 chili per 182 centimetri, ruolo pilone, squadra Aironi, che somiglia a un orso e ha pensieri fini e un’educazione fuori dal comune. «Ci chiamano gentlemen perché, un tempo in Inghilterra, il nostro sport era praticato dalle élite. Ora non è più così, ma ci è rimasta un’abitudine al
rispetto per l’avversario», Ovvero: la storia del terzo tempo. Cioè l’abitudine di farsi una birra con gli avversari a fine partita, che racconta un’altra verità sul rugbista: è un uomo che non conosce rancore. «Non che non ci siano antipatie, ma a questa tradizione ci teniamo», giura Perugini. «Se non sei abituato a condividere le cose con gli avversari prevale la competizione».
Altro dato da tener presente è che l’uomo che non conosce rancore è pure un uomo un po’ all’antica. Ha alcuni punti fermi e da lì non si schioda. Nella vita per lui contano tre cose: la famiglia, gli amici e la squadra. Per Martin Leandro Castrogiovanni, oriundo argentino, 29 anni, 122 chili per 186 centimetri, nazionale italiano e idolo delle folle inglesi, la lista è questa. «Questo sport mi ha insegnato tutto quello che so nella vita. Per me ci sono la famiglia e gli amici. Quando scendi in campo, sai che devi difendere i tuoi compagni. Impari a pensare agli altri, prima che a te». Lui, a giocare, ha iniziato tardi: a 18 anni. Perché i ragazzi all’antica ascoltano i consigli della mamma (anche se poi, alla lunga, fanno di testa loro). «Mia madre diceva che il rugby è uno sport troppo violento e mi ha imposto il basket. Finché un giorno ho spinto l’arbitro per farmi squalificare a vita. Sono andato da mia madre e le ho detto: mamma, devo trovarmi un altro sport».
Ci sarebbe da sorprendersi, e invece no. Perché in fondo il rude rugbista, oltre che uomo di fatica, è un sentimentale. «I sentimenti sono tutto», che detto da uno con l’involucro di Castrogiovanni fa un po’ effetto. «Sono fidanzato da quattro anni con una ragazza che faceva sci, Giulia Candiago: mi è piaciuta subito e mi è stata vicina quando ne avevo bisogno. Uno mi vede così e non ci crede, ma quando sto male mi butto davvero giù».
All’uomo sentimentale, quindi, serve la donna giusta. Alberto Sgarbi, ala ventiquattrenne
della Benetton Treviso, 101 chili per 191 centimetri, ha idee semplici. «Mi piacciono le ragazze sincere, aperte, con voglia di divertirsi». Veline? «Le ragazze che vengono alle partite sono aumentate. Ala di veline per ora non se ne vedono. Comunque io sono
fidanzato. Mi auguro che arrivino, per quelli ancora single».
Non molti, a dire il vero, perché i ragazzi all’antica mettono radici facilmente. Nel giro della Nazionale, resta sul mercato Fabio Ongaro, trentatreenne tallonatore degli Aironi, 104 chili per 183 centimetri. Quando gli ricordi che il rugby somiglia all’amore perché ti insegna a pensare al piacere altrui prima che al tuo (come dice l’ex rugbista francese Serge Bianco),
risponde così: «C’è chi pensa al piacere dell’altro e chi no. lo comunque preferisco l’amore al rugby». E’ una notizia.
Quello che invece non fa più notizia è l’ascesa inarrestabile del rugbista tra le icone gay, spinto in alto dal calendario benefico dei Dieux du Stade, fotografati nudi,
metrosexualizzati («e anche con qualche ritocchino», sostiene Ongaro: «più che altro un calendario per l’altra sponda»).
L’unico “placcaggio” che i nudi rugbisti italici, a differenza dei colleghi francesi, sembrano temere. Non le botte in campo, non le mischie sull’erba. Ma i calendari sì: praticamente un tormentone. Ci ridono su, si sfottono, ne parlano da maschi. Il pensiero condiviso un po’ da tutti lo riassume Castrogiovanni: «L’ultimo calendario non l’ho visto, ma ho notato che di anno in anno peggiorano. Sapere che è il più comprato dai gay… insomma, non che abbia qualcosa contro, ognuno è libero di fare quello che vuole. Ma ci sono altri modi di far beneficenza, no?»

3 pensieri su “Rugbisti italici, tra calendari e retorica”

  1. *__*
    la notizia che Castrogiovanni sia fidanzato mi ha un po’ demoralizzato, è il mio sfondo del desktop da almeno un mese… ma vabbè! 😉
    millanta grazie per quella foto bella grande!
    apprezzo molto 😉

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